venerdì, 29 Marzo 2024
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La Bolivia sarà la Nazione chiave del nostro sviluppo futuro o la nostra spada di Damocle?

Bolivia
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Guardate la mappa e identificate quella zona a sud-ovest all’interno della regione Potosi denominata “Salar”. Quell’area, che identifica i laghi salati prosciugati della Bolivia, potrebbero diventare il fulcro dello sviluppo di tutti noi, partendo in primis dal settore delle automobili che ha un impatto determinante sui gas serra.

La Bolivia potrebbe rappresentare per il secolo in corso quello che i Paesi Arabi hanno rappresentato per il XXI secolo.

Le case produttrici di automobili da tempo investono in maniera crescente nella ricerca di auto elettriche o ibride, seguendo una domanda che è in crescita e che tendenzialmente lo sarà sempre di più. Questi investimenti si basano sullo sviluppo di sistemi che hanno alla base delle batterie elettriche il cui elemento principale lo conosciamo bene perchè presente ormai in tutte le batterie dei nostri cellulari e computer portatili: il Litio.

Una foto della zona denominata Salar
Una foto della zona denominata Salar

Il Litio sebbene sia un metallo alcalino non raro, è difficile da trovare nelle giuste concentrazioni in modo tale da poter essere estratto senza costi proibitivi.

Il 50% delle riserve note e sfruttabili è localizzata in quella zona che vi ho appena mostrato sulla mappa, che tra le altre cose è una zona ad alta protezione ambientale e appartiene ad una nazione, la Bolivia appunto, che è nettamente NON incline a far si che lo sfruttamento delle sue risorse prosegua a vantaggio degli occidentali, e questo lo si può intravedere nelle velate dichiarazioni del ministro delle Miniere boliviano Luis Alberto Echazu:

“Vogliamo mandare un messaggio alle nazioni industrializzate e alle loro compagnie: lo sfruttamento secolare delle nostre risorse è finito”

Ora continuo citando l’articolo di Paolo Virtuani da cui ho preso spunto [fonte: corriere.it]:

LAVORO DURO – Tra i laghi salati delle Ande, gli uomini spaccano la crosta di sale e vendono per pochi dollari le pesanti lastre ai camionisti che passano a raccoglierle. Un lavoro durissimo in condizioni ambientali (altitudine, freddo, contatto con acque salate, irraggiamento solare, abbagliamento per la luce riflessa dalle distese bianchissime) proibitive che possono essere sopportate solo masticando foglie di coca. «Non vogliamo vedere compagnie straniere da queste parti», ha detto un minatore del Salar de Uyuni alla Bbc, un sentimento comune. Tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso aziende non boliviane hanno cercato di sfruttare il litio dei salar andini, ma hanno incontrato la forte resistenza della popolazione locale. «Non vogliamo che i soldi vadano all’estero», dicevano. «I nostri nonni vivevano con il sale», spiega Francisco Quisbert, attivista del partito del presidente Morales. «Sono arrivati qui con le carovane di lama, ma il mercato li ha obbligati a partire. Noi vogliamo ritornare a vivere con il salar e migliorare le nostre condizioni di vita con il progetto pilota sul litio».

FABBISOGNO – Il progetto pilota produrrà 1.200 tonnellate di litio all’anno, per salire a 30 mila nel 2012 se sarà installato un impianto industriale. La Mitsubishi stima in 500 mila tonnellate il fabbisogno annuo per le batterie delle auto elettriche se queste resteranno un mercato di nicchia, ma molto di più se saranno le auto del futuro. Secondo Mitsubishi, nel 2015 ci sarà una mancanza di litio sul mercato mondiale. Secondo gli esperti dell’industria mineraria, però, la Bolivia potrebbe produrre la quantità necessaria al mercato, ma con tempi più lunghi di quanto richiesto dall’industria automobilistica.

AMBIENTE – Ma la Bolivia vuole farlo? Al momento non sembra. «I leader del mondo capitalista devono cambiare modo di pensare», è l’opinione del ministro Eschazu. «Se tutto il mondo consuma come il Nord America, con un’auto a testa, prima o poi si incepperà». Inoltre è vero che le batterie al litio faranno diminuire le emissioni di CO2 delle auto, ma «gli impianti di litio producono grandi quantità di biossido di zolfo», avverte Eschazu, «un’industria altamente inquinante. Quindi non so se questa sia la soluzione migliore».

Le possibilità quindi sono:

  • o la Bolivia cambia mentalità, altrimenti la macchina elettrica non ha futuro;
  • o qualcuno trova miniere altrove, altrimenti la macchina elettrica non ha futuro;
  • o qualcuno inventa batterie che non abbiano a che fare con il Litio, altrimenti la macchina elettrica non ha futuro;

In sostanza io spero fortemente che qualcuno si dia una mossa, perchè io non ci voglio rinunciare alla macchina elettrica, l’unica a emissioni zero di anidride carbonica che potrebbe concretamente ridurre l’inquinamento ambientale ed eliminare (o almeno diminuire) anche la nostra dipendenza dal petrolio.

Paolo Colombo
Paolo Colombohttps://www.mytechnology.eu
Classe '81, appassionato di tecnologia e internet. Dal 29 marzo 2007 scrive quotidianamente con passione sul suo blog www.mytechnology.eu | .it articoli inerenti queste due tematiche. Ha una bellissima moglie e due figli adorabili, e passa le nottate scrivendo articoli e giocando online con i membri del clan EraseR che conosce da ben 20 anni.
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2 Commenti

  1. Il vero problema è come produrre energia elettrica in modo pulito perchè i metodi per immagazzinare energia sono molti, quindi anche senza litio. Il punto da cui nessuno riesce a schiodarsi è proprio la produzione di energia ecosostenibile; il solare rende poco e costa molto, l’eolico rende poco, il geotermico è difficile da raggiungere, etc etc… Mi fanno ridere quelli che pensano all’idrogeno come carburante del futuro, perchè non sanno cosa serve pre produrre idrogeno, serve energia elettrica… Se questa energia elettrica viene prodotta dal petrolio o cal carbone, tanto vale usare la benzina direttamente nelle nostre auto…

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