Un nuovo romanzo dell’autrice Joanne Harris, famosa per aver scritto Chocolat.
Le Devin è una minuscola isola al largo delle coste della Vandea su cui ci sono solo due paesi divisi da una lunga rivalità. Il primo, Les Salants, è un povero villaggio di pescatori e marinai dove la vita scorre uguale da secoli. L’altro, La Houssinière, si è arricchito grazie ai turisti: il merito è di una splendida spiaggia, Les Immortelles, ma anche dello spregiudicato imprenditore Claude Brismand. Mado è nata e cresciuta a Les Salants, poi si è trasferita a Parigi, ma ora è tornata. Il suo intuito e il suo spirito d’iniziativa travolgono la vita e i ritmi di Le Devin. Con l’aiuto del misterioso e affascinante Flynn, Mado riuscirà a compiere un autentico miracolo. Ma quel prodigio sarà solo l’inizio di una vicenda ricca di colpi di scena, che trasformerà per sempre l’isola e i suoi abitanti – e sconvolgerà i progetti di Mado.
La pagina 101:
“Niente.” Sembrava che stesse per proseguire per la sua strada, facendo un passo di lato per darmi spazio, gli occhi già altrove. All’improvviso sembrò molto importante impedirgli di andarsene. Perlomeno lui avrebbe dovuto capire il mio punto di vista.
“Per favore. Tu sei suo amico”, cominciai. Sapevo che capiva a chi mi riferivo.
Fece una pausa per un momento. “Allora?”
“Ha bisogno di cure speciali. Devo farglielo capire. Qualcuno deve dimostrarsi responsabile.” Pensai alla casa, al vetro rotto, ai libri sfasciati. “Potrebbe farsi male”, dissi alla fine.
Flynn mi guardò, e fui sorpresa nel vedere un’espressione tanto dura nei suoi occhi. “Sembra una cosa ragionevole”, disse piano. “Ma tu e io sappiamo che la verità è un’altra, no?” Sorrise, in modo poco simpatico. “E riguarda te. Queste chiacchiere sulla responsabilità, ecco a che cosa si arriva alla fine. A quanto fa comodo a te.”
Provai a dirgli che non era così. Ma parole che erano apparse così naturali quando le aveva pronunciate Brismand, in bocca a me risuonavano solo false e inutili. Sapevo che Flynn pensava che lo facevo per me stessa, per la mia propria sicurezza, e anche come una specie di vendetta su GrosJean, per tutti quegli anni di silenzio. Non era così, tentai di dirgli, ero sicura che non lo fosse.
Ma Flynn non era più interessato. Un’alzata di spalle, un cenno, e se ne era andato per il sentiero, veloce e silenzioso come un pescatore di frodo, lasciandomi a fissarlo con rabbia e sconcerto crescenti. E chi diavolo era, poi? Cosa gli dava il diritto di giudicarmi?
Nell’arrivare agli Immortelles, la rabbia, invece di svanire era cresciuta. Non mi fidavo più di parlare a Brismand, mezza impaurita che alla prima parola gentile si potesse aprire la cateratta di lacrime che mi minacciavano sin dal giorno del mio arrivo.