martedì, 19 Marzo 2024
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Bird Box: la recensione

Avete presente quando vuoi guardare un film solo per il fatto che tutti ne stanno parlando? Di recente mi è successa la stessa cosa con Bird Box, e il risultato è stato pessimo.

Già me lo aspettavo a dire il vero, o per restare in tema con il film “me lo sentivo”, perchè è il classico film hollywoodiano che punta tutto sulla suspance e poco o nulla sul contenuto.

AVVISO: nella quasi recensione a seguire ci saranno degli spoiler in modo tale che tu non ti debba sorbire questo film pietoso. In sostanza ti sto facendo un favore.

Bird Box è un film Netflix che ha come attrice principale Sandra Bullock nei panni di una donna con qualche problema a relazionarsi con le persone, problemi che si rifletteranno sul figlio che da li a qualche mese le verrà messo tra le braccia.

A complicare il tutto però ci pensa l’apocalisse, sotto le mentite spoglie di una sorta di “vento” che se guardato è capace di portarti alla pazzia e spingerti al suicidio.

Non alieni, come ho anche sentito dire per radio. (Cattelan spero tu l’abbia detto apposta).

Ma nei piani dell’apocalisse c’è una falla: se sei bendato, e non ti lasci distrarre dalle “voci” allora riesci a passarla liscia e puoi riuscire in qualche modo a vivacchiare passando di casa in casa e razziando quello che ti capita.

Tutto questo finchè non si scopre che alcuni individui non si sa come ma sembrano essere posseduti da questa epidemia e fanno di tutto per costringere gli altri a Guardarla.

Ovviamente epidemia apocalittica + gravidanza + cecità sono gli ingredienti perfetti per ottenere una merda di film. E lo dico con il massimo rispetto per le donne in gravidanza e per le persone con un qualsiasi difetto visivo, anche quelli con la cataratta.

La struttura del film è sviluppata su due linee temporali che ci fanno capire come si sia evoluta almeno inizialmente l’epidemia e cosa ne sia rimasto dopo della razza umana, ma il grosso difetto del film è che non spiega nulla e si focalizza unicamente sul comparto audio escluso il quale la pellicola non avrebbe senso di esistere.

Inoltre ci sono grossi interrogativi che guardando il film uno si pone, ed il più grosso riguarda la gita sul fiume; contrariamente a quanto starai pensando non mi riferisco al fatto che debbano fare la traversata restando bendati quanto più al fatto che la Sandra viaggia con 2 bambini di circa 5 anni e dando per scontato che questi l’unica cosa che possono aver visto con dell’acqua dentro è la vasca da bagno dubito fortemente siano in grado di nuotare o ancor di più resistere più di 3 secondi tra le rapide di un fiume.

Bird Box, la scatola dell’uccello, non guardatelo. Vi tolgo l’amicizia se lo fate.

VOTAZIONE FINALE

Cast
50 %
Trama
10 %
Scenografia
30 %
Colonna sonora
40 %
Quanto mi è piaciuto
20 %

SOMMARIO RECENSIONE

Un film in cui l'attore principale è l'audio e tutto il resto può essere dimenticato.
Paolo Colombo
Paolo Colombohttps://www.mytechnology.eu
Classe '81, appassionato di tecnologia e internet. Dal 29 marzo 2007 scrive quotidianamente con passione sul suo blog www.mytechnology.eu | .it articoli inerenti queste due tematiche. Ha una bellissima moglie e due figli adorabili, e passa le nottate scrivendo articoli e giocando online con i membri del clan EraseR che conosce da ben 20 anni.
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1 commento

  1. Signore iddio, grazie! Non sono dunque solo al mondo. (Hai dimenticato una sola cosa: oltre a tutti gli orrori che ben descrivi, c’è anche il doppiaggio: una roba da mentecatti. Neanche nei telefilm di serie C ho sentito voci così ridicolmente enfatiche e improbabili.

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