Rebel Moon è arrivato finalmente su Netflix e punta a creare un nuovo universo per gli amanti della fantascienza
Rebel Moon Parte 1: Figlia del Fuoco è stato uno dei film più attesi di questo fine 2023 per 2 motivi: perchè alla regia c’è Zac Snyder e poi perchè l’idea di fondo è quella di creare un nuovo universo per gli amanti del genere fantascienza/fantasy che in questi anni sono ormai saturi di Star Wars e Star Trek e magari vorrebbero qualcosa di leggermente differente senza rinnegare la possibilità di viaggiare tra mondi differenti ed esplorare nuove razze aliene.
Rebel Moon Parte 1: Figlia del Fuoco è il primo di 4 film.
Parte 2 è previsto per aprile 2024 sempre su Netflix mentre Snyder ha dichiarato di essere già al lavoro sul terzo capitolo.
Questa suddivisione in capitoli è importante per capire che ci vorrà comunque del tempo per poter valutare Rebel Moon nel suo complesso e per come la penso io Snyder ha dimostrato in passato con il rimontaggio svolto con Justice League di poter fare miracoli portandomi a ribaltare il mio giudizio in merito a quel film.
Però possiamo iniziare a capire di che pasta è fatto questo Rebel Moon, ed in tal senso riscontro luci e ombre.
Rebel Moon Parte 1 inizia bene, facendoci conoscere in maniera adeguata la protagonista Kora (Sofia Boutella) portandoci anche nel suo passato che servirà per capire molto di più del presente e del perché sia lei la ricercata numero 1 da parte dell’esercito del Mondo Madre che a seguito di un colpo di Stato ha cambiato le condizioni di equilibrio che si sono mantenute per centinaia di anni.
Poi però inizia la ricerca degli aiutanti di Kora, e qui sebbene ogni personaggio sia differente e con le sue abilità (sembra di essere all’interno del menù di selezione personaggio di un videogioco), la narrativa con cui ci vengono presentati mi è sembrata un po’ ripetitiva e pertanto noiosa.
C’è un perfetto antagonista, Atticus Noble impersonato da Ed Skrein, ben caratterizzato e molto carismatico ma che finisce per fare la parte di quello troppo pieno di se per impugnare una pistola con cui avrebbe potuto chiudere tutto e invece deve girare con un bastone.
Gli scontri sono nel complesso gradevoli, salvo appesantirli inutilmente con tecniche di ripresa (vedi paragrafo 300 più sotto), e gli effetti speciali sono adeguati per un lavoro di Zac Snyder.
Il finale rimane aperto, ovviamente, ma poteva terminare con un’inquadratura migliore.
Parallelismi con Star Wars
Rebel Moon soffre di parallelismi con Star Wars: è palese, quasi troppo, la presenza di un governo oppressore e di un’alleanza ribelle (per carità questo dualismo lo troviamo anche altrove) laddove le uniformi dei cattivi richiamano ancora una volta un certo abbigliamento delle truppe tedesche degli anni 40: quest’ultima cosa l’ho trovata totalmente non necessaria perchè si poteva dimostrare già dai costumi un approccio più unico.
Infine la voglia di buttargli dentro qualcosa che ricordasse le spade laser era evidentemente troppa.
Parallelismi con Fondazione
C’è un altro parallelismo a mio avviso poco riscontrato dalla critica e riguarda quello con Fondazione, una serie TV in streaming su Apple TV+ (davvero bella, guardala), ed è legato ad un elemento molto particolare che sia qui che in Fondazione ancora deve “esprimersi”.
Riguarda la presenza dei robot: ora mi limiterò a Rebel Moon per non spoilerare Fondazione, ma qui la parte dei Robot è ancora tutta da scoprire e sono pronto a scommettere che non sarà una parte marginale per quel poco che abbiamo visto.
In Rebel Moon i robot smettono di combattere con la morte dei regnanti come se vi fosse un legame molto stretto con essi, i quali abbiamo avuto modo di vedere non sono persone comuni, ma sul pianeta di Kora succede qualcosa che potrebbe cambiare tutto quanto.
Il peso di 300
C’è un altro film, sempre diretto da Zac Snyder, che in Rebel Moon esprime tutta la sua influenza ed è 300.
Sia in alcune fotografie, sia in alcune scene d’azione, ho trovato il bagaglio di 300 un peso troppo ingombrante da trascinare. C’è un’eccessivo ricorso durante alcuni scontri allo slow motion, una tecnica che in 300 aveva espresso probabilmente il suo massimo, e che qui viene utilizzata con troppa leggerezza.
Army of the Dead – Ma davvero sono collegati?
Questo collegamento invece, sebbene sia minimale, è qualcosa che mi ha preoccupato. Sembrerebbe infatti che il film del 2021 Army of the Dead (sempre Netflix, sempre Snyder) sia ambientato nello stesso arco narrativo di Rebel Moon. La prova sembra essere il fatto che in una scena di Rebel Moon in cui Kora entra in un bar, compare un personaggio visto in Army of the Dead.
Io spero si possa considerare questo collegamento alla stregua di un easter egg, perchè Army of the Dead trattava il tema zombie, cosa totalmente sconnessa con Rebel Moon.
Conclusioni recensione Rebel Moon Parte 1: Figlia del fuoco
La critica è stata piuttosto dura con Rebel Moon, bocciando in particolare l’apparente incapacità da parte di Snyder nel riuscire a creare un universo che sia realmente nuovo. In parte mi trovo d’accordo con queste affermazioni ma come ho detto in apertura, diamo a Snyder il tempo di raccontarcelo questo universo. E’ vero che non è stato un film “impattante” ovvero capace di gasare lo spettatore, ma è anche vero che per quanto abbiamo visto Rebel Moon ha ancora tanto da mostrarci.