
Alice in Borderlands arriva con la terza stagione con lo scopo di rivelare un’ultima carta: il Joker
Alice in Borderlands è una delle serie di punta di Netflix: vuoi perchè ha degli elementi in comune col successo planetario di Squid Game (i giochi mortali), vuoi perchè fa parte di quelle serie ben realizzate e molto fedeli al manga da cui trae ispirazione e che fino al finale della seconda stagione aveva mantenuto costanti 2 aspetti: ritmo e trama.
Il ritmo è sempre stato infatti ben scandito tra i giochi, i quali hanno anche permesso tra le altre cose di far emergere personaggi secondari tra i quali quello di Shuntaro interpretato da Nijir? Murakami (il quale sarà protagonista di una sorta di cameo finale), e tutto questo quando si sviscerava una trama complessa e dal finale tanto inaspettato quanto soddisfacente.
Il finale di Alice in Borderlands 2 era infatti soddisfacente e coincideva con il finale del manga.
Da qui in poi si parte con gli spoiler quindi se ancora non hai visto nulla della serie, ritieniti avvisato.
Dicevo, dal finale di Alice in Borderlands 2 in poi si è voluti “spremere” un concetto che per ovvietà visto il finale della seconda stagione non poteva che addentrarsi pericolosamente nel sovrannaturale.
Ma il problema non è solo questo.
La terza stagione inizia presentandoci i 2 protagonisti che ben conosciamo, Arisu e Usagi, sposati e come si scoprirà nel giro di poco in attesa di un bambino.
Già qui qualcosa nella trama appare forzato dato che li avevamo lasciati che a malapena si ricordavano l’uno dell’altro e la serie riprende con una sorta di interrogatorio che sembra possa essere stato fatto poco tempo dopo ma che in realtà lascia un buco temporale di 5 anni.

Detto questo, alcuni studiosi iniziano a fare delle supposizioni per via del fatto che molti superstiti del meteorite abbattutosi su Shibuya sembrano aver sviluppato una specie di coscienza collettiva e hanno ricordi di un’esperienza avuta in un lasso di tempo durato meno di 2 minuti nel mondo reale ma che nel mondo “immaginario” è durato in realtà giorni.
Quel mondo immaginario capiamo poi essere una sorta di zona di transizione tra la vita e la morte, un purgatorio all’interno del quale l’essere vivente combatte per la sua sopravvivenza nel mondo reale e questo giustifica alcuni aspetti apparentemente “impossibili” legati ai giochi.
La cosa però più sconcertante è scoprire che alcuni sembrano sapere già come arrivarci e a quanto pare basta una semplice iniezione (che poi… di cosa? La traduzione dei sottotitoli mostra “insulina”… seriamente?).
Ma a monte di tutto ciò c’è il motivo per il quale i nostri 2 protagonisti devono tornare nel Borderland che non sta in piedi:
Usagi sembra essere di nuovo sopraffatta dalla morte del padre nonostante viva una vita apparentemente tranquilla e felice, si potrebbe aprire una tematica legata al superamento del lutto ma qui l’aspetto ancor più noioso è il suo legame inesistente con l’antagonista, Ryuji, che nonostante tutto la porta ad un soffio dalla morte e Usagi sembra quasi avere più empatia con Ryuji che con suo marito e futuro padre Arisu.
E poi c’è proprio la figura di Ryuji: cosa vuole? è davvero mosso dal solo desiderio di vedere l’aldilà? perchè le interessa cosi tanto Usagi? Si sa davvero poco di questo personaggio al punto da non permettere di empatizzare con lui, che appare debole sia nel fisico che nella motivazione.
E nonostante tutto, la sua condizione fisica non gli impedisce di superare prove in cui l’abilità fisica conta eccome. Non sarebbe stato tutto molto più plausibile se una volta nel Borderland avesse riavuto l’uso delle gambe? Di certo lo show ne avrebbe guadagnato in credibilità.
L’altro antagonista, il cittadino Banda, da sul finale un altro grattacapo lasciato senza risposta: quando cerca di soffocare l’Arisu reale viene visto da Ann e quindi lo spettatore è portato a farsi delle domande: perchè? cos’è veramente Banda? Una sorta di fantasma? Non lo sapremo mai.
Alice in Borderlands 3: spiegazione del finale
Infine arriva lo spiegone finale del Joker, e questo è forse un aspetto che ho apprezzato in quanto punta a chiarire in maniera inequivocabile alcuni elementi ovvero il fatto che il Joker è il traghettatore di anime ed è li in attesa che qualcuno arrivi per metterlo alla prova restando però imparziale al contrario di Banda che per questo viene punito.
Purtroppo però tra le sue poche parole si nasconde anche il mega spoiler di quello che avverrà in Alice in Borderlands 4.
Il Joker mette in guardia Arisu del fatto che molte persone stanno per arrivare, ipotizzando così una sorta di evento catastrofico che è proprio quello che sembra stare per accadere sul finale con i continui terremoti su scala globale mostrati in televisione.
E qui arriviamo proprio al finale, quello del tipo “ho visto Squid Game e me ne vanto”, perchè esattamente come avvenuto in Squid Game la serie sembra voler cambiare palcoscenico spostando gli eventi dal Giappone agli USA.
Insomma, se già non si sentiva la necessità di un Alice in Borderlands 3 saremo ancor meno ansiosi per vedere la quarta stagione, perchè se dobbiamo perdere quegli elementi che hanno reso uniche le prime 2 tanto valeva fermarsi li, come del resto il manga prevedeva.
Netflix: anche meno grazie.
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