
La giornata era iniziata male per Amazon tirata in causa in una intervista alla Casa Bianca nella quale si affermava che l’e-commerce americano volesse mettere in bella vista l’impatto negativo sui prezzi dovuto ai dazi imposti dal governo Trump
Andiamo per gradi: durante la conferenza stampa di martedi alla Casa Bianca, un giornalista ha chiesto un commento alla portavoce Karoline Leavitt riguardo alla possibilità secondo alcune indiscrezioni che Amazon potesse modificare la struttura espositiva dei prezzi online facendo risaltare un eventuale rincaro dovuto ai dazi imposti dall’attuale governo Trump.
Karoline Leavitt ha risposto come è solita fare in maniera piuttosto agguerrita indicando che una tale iniziativa sarebbe stata vista come “un atto ostile e politico da parte di Amazon”.
E’ ovviamente impossibile sapere se ci fosse un’intenzione concreta oppure se Amazon volesse lanciare solo un messaggio, ma nel corso della giornata Amazon stessa ha ritenuto opportuno precisare che nulla era stato approvato.
“Il team che gestisce il nostro negozio Amazon Haul a bassissimo costo ha preso in considerazione l’idea di elencare le spese di importazione su alcuni prodotti”, ha dichiarato il portavoce di Amazon Tim Doyle, “Questa iniziativa non è mai stata approvata e non verrà mai attuata.”

Amazon Haul è un’appendice americana di Amazon dove vengono proposti oggetti a bassissimo costo, con l’intenzione di contrastare i negozi come Temu e Shein i quali hanno recentemente annunciato un aumento dei costi proprio per l’impatto dei dazi.
Quindi secondo Amazon, seppur qualcuno avesse abbozzato all’idea, non è mai stata presa seriamente in considerazione.

Tutta la vicenda ha avuto una risonanza mediatica planetaria in quanto durante le elezioni del secondo mandato di Trump il proprietario di Amazon Jeff Bezos si era apertamente schierato (come quasi tutti i big tech) a favore di Donald, ed una mossa simile appariva decisamente in controtendenza con quanto visto ad inizio 2025.