Gli utenti dei siti delle banche italiane sono sempre più attratti dai siti che offrono strumenti basati sul social networking, mentre fanno il loro ingresso sul mercato italiani i siti per il prestito peer-to-peer.
Secondo i dati del rapporto DigitalFinance, a settembre 2007 gli utenti dei siti di finance sono 11,4 milioni. Gli utenti dei siti di banking sono 7,3 milioni, di cui 4,9 milioni clienti. Emerge con forza la tendenza a fruire dei siti di social networking, mentre fanno il loro ingresso sul mercato italiani i siti per il prestito peer-to-peer.
I siti di social networking e in generale quelli che presentano una forte componente relazionale intercettano una porzione sempre più ampia degli utenti del banking online. Ad attrarre maggiormente gli utenti dei siti delle banche sono eBay (48%) e Wikipedia (44%).
Al terzo posto si posiziona, YouTube. L’elevata percentuale di utenti bancari che vi si dirige (38%), fa di questo sito, se opportunamente sfruttato, un’importante risorsa di comunicazione e di relazione con prospect e clienti, come mostra l’esperienza di istituti bancari operanti in altri paesi.
Negli Stati Uniti, i servizi di trading online evoluti, integrano i servizi di blogging all’interno della loro offerta. Tradeking e Zecco, infatti, mettono a disposizione degli utenti non solo efficaci soluzione per la compra-vendita di una vasta gamma di strumenti finanziari ma anche tecnologie avanzate per lo sviluppo di relazioni one-to-one e di reti personali. Gli utenti possono quindi portare avanti strategie finanziarie a partire dalle informazioni e dai profili di investimento degli altri iscritti, con cui possono confrontarsi direttamente.
In Italia, l’innovazione parte dai finanziamenti personali, settore dove Zopa e Boober consentono e rendono accessibile il prestito tra privati, fornendo un’intermediazione ad elevato contenuto tecnologico.
“L’entrata in Italia di nuovi player che offrono servizi finanziari peer-to-peer rappresenta una sfida per il mercato online”, dice Paolo Barbesino, managing partner di CommStrategy. “Da un lato l’ingresso di questi attori apre nuove prospettive per lo sviluppo del mercato (in senso sia quantitativo attirando nuovi utenti, sia qualitativo offrendo tool avanzati), dall’altro gli istituti finanziari italiani dovranno saper fronteggiare una concorrenza che rischia, soprattutto all’inizio, di intercettare l’interesse dei risparmiatori più evoluti. In questo senso gli istituti finanziari devono guardarsi dal sottovalutare i new comer, come accaduto nel passato, e reagire proponendo servizi alternativi”.
Hei io mi sono registrato a Boober in qualità di prestatore. Per ora tutto benone. Questa cosa dei prestiti peer-to-peer si fa parecchio interessante! Grazie per il consiglio