Transcend JetFlash 220: pendrive con lettore d’impronte digitali

Prezzo: 28,68 € + spese di spedizione per la versione da 8GB su Monclick (attualmente è il prezzo inferiore che ho trovato).

Dovete ammettere che non vado mai sul banale quando scelgo un pendrive per me. Questo perchè mentre il mio primo gingillo veniva direttamente dalla California (maledette spese doganali!) e oltre a recare inciso a laser il mio nome aveva delle ottime velocità di trasferimento dei files, il mio secondo gingillo è quello che vedete in foto e che come avrete intuito dal titolo è dotato di un lettore di impronte digitali.

Avevo deciso che volevo un pendrive che mi desse un certo grado di sicurezza nella protezione dei miei dati personali, ed ho puntato sul lettore d’impronte perchè di recente non son più riuscito ad aprire il mio “wallet” del telefonino protetto da una password che a quanto pare non ricordo più. Così almeno vado sul sicuro che la mia impronta digitale difficilmente me la posso “scordare”.

Quando è cominciata l’operazione “salivazione opulenta” che mi vedeva incollato al sito della Transcend per un’analisi delle specifiche, non vi nascondo che l’entusiasmo iniziale s’è un pochino smorzato a causa delle basse prestazione per quanto riguarda le velocità di lettura e scrittura del pendrive:

• 10 MB al secondo in lettura
• 3 MB in scrittura

Non il top quindi, considerato che la mia Lexar viaggia intorno ai 20, ma dopo aver considerato l’utilizzo che ne avrei fatto ho deciso di proseguire, anche perchè ormai ero già entrato in quel vortice di mania ossessiva-compulsiva che mi spingeva a comprare.

I pro e i contro li trovate nell’analisi dopo il break.

Il prezzo è a mio avviso giusto, considerando che comunque integra qualcosa che le altre pendrive non hanno. La chiavetta è ben fatta, e con il suo sistema di rotazione a 360° protegge sia il lettore che il connettore ed evita di avere eventuali cappucci tra le mani, facili da perdere.

Collegango il pendrive al PC, vanno ad aggiungersi 2 drive:

• Il primo è un drive virtuale rilevato come periferica ottica, e che in pratica contiene il software che gestisce il tutto. Questa soluzione mi è sembrata molto buona, perchè in una qualunque maldestra opera di cancellazione dati non si corre il rischio di corrompere il software che è totalmente separato dai dati archiviati.
• Il secondo invece è appunto il disco sul quale potrete metterci quello che vi pare.

Una volta che tutto è installato a dovere (in maniera automatica al 100%) inizia la procedura di configurazione del profilo che ci farà memorizzare le impronte digitali delle dita e che verrà associato ad una password (qualora non si voglia utilizzare il riconoscimento digitale).

Il software di protezione dei dati permette di proteggere non solo i dati memorizzati sul pendrive, ma anche qualsiasi altro file in giro per il vostro computer.

Purtroppo devo dire che non sono solo gioie, ma c’è anche qualche “dolore”. Tramite un software contenuto nel CD contenuto nella confezione, è possibile partizionare il pendrive in modo da avere una parte pubblica ed una privata, accessibile solo attraverso il nostro bel ditone. Ho quindi provveduto a fare una bella partizione, per poi scoprire che la gestione delle partizioni non avviene a dovere, in quanto finiva sempre per mostrarmi la partizione protetta…ma che protetta non era in quanto ci si accedeva anche senza ditone.

A questo problema ho risolto impostando l’intera memoria come privata, così facendo i problemi sono spariti, ma chiaramente ora i dati sono accessibili unicamente dopo aver sbloccato il profilo.