martedì, 8 Ottobre 2024
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Wired Italia: cosa ne penso

wired_01_cover
Prima cover di Wired

Questo mese è arrivato nella cassetta della posta di molti italiani la copia del primo numero di Wired Italia, un magazine a cadenza mensile che parla di innovazione tecnologica e scienza e che punta molto sulle storie dei personaggi che ne stanno alla base. Nel primo momento immediatamente successivo alla consegna, basandomi sui commenti che giravano per Twitter, ho riscontrato in internet pareri discordanti che sono ben racchiusi da Liquida in questo articolo.

Per quanto mi riguarda, dico che non ho mai letto Wired USA, ma ho sempre seguito la versione online della rivista. Intorno al numero 1 di Wired c’era parecchia attesa, e come è facile pensare quando l’attesa è tanta anche la delusione può essere tale. La prima volta che ho addocchiato il wired cartaceo è stato quando su un nastro trasportatore di Malpensa che mi portava verso l’aereo ho visto un carrello stra-carico di copie della rivista che mi superava ed ho pensato: chissà se è arrivato anche a me. Sta di fatto che son tornato dal mio viaggio e la buca delle lettere era ancora vuota.

Innanzitutto la copertina mi è parsa in contro-tendenza con l’obiettivo della rivista: parlando d’innovazione tecnologica vedere la signora Rita Levi Montalcini (che è quasi a quota 100 anni…e ci metterei la firma per riuscirci anche io) sulla cover, con tutto il rispetto per il suo lavoro, non mi da l’idea di rivista “nuova”.

Poi inizio a sfogliarlo e prima di ritrovarmi a leggere l’editoriale di Riccardo Luna devo passare nove facciate di pubblicità così pensando allo spessore della rivista comincio temere il peggio ma tutto sommato poi la cosa diventa un pò meno invasiva.

Una cosa devo dire: gli articoli e gli scritti in generale mi son sembrati molto originali, sia per come sono proposti (cioè con variazioni nella grandezza delle parole che ricordano molto un tag cloud); sia per come sono espressi, vale a dire che gli articoli sembrano a volte un romanzo e a volte una cronistoria minuto per minuto dei fatti, ma senza per questo diventare troppo noiosi.

Una cosa deve essere chiara a tutti: c’è molto da leggere, gli articoli di peso durano diverse pagine (e sono scritti in piccolo!), e non è la classica rivista che parla di prodotti e basta. C’è una sezioncina streminzita nel finale  in merito ed è chiaro che non è la cosa che per Wired è più importante.

Trovo anche io che a volte è leggermente confusionaria:

  • il “manifesto per una nuova era” si è rivelato una trappola quasi fatale; se lo scopo era quello di farci seguire tutte le righe multicolor, mi sono sparato prima, se invece si puntava solo a dare una panoramica generale: vaaaaaaaaaa bene
  • riporta degli specchietti di cui si potrebbe fare a meno (il “Sei dentro o sei fuori” di pagina 54 è un pò discutibile)

Riguardo invece a chi ha detto che sono state trattate cose un pò vecchie, l’unico argomento che mi è parso veramente “old” era il cane robot BigDog, che qui sul blog ne abbiamo parlato a maggio 2008 (mentre il video è di marzo). Poi volendo ci sono altre cose a cui potersi attaccare ma va considerato che la rivista si rivolge anche ad un pubblico che non vive per internet o su internet.

Nel complesso comunque, nonostante tutte le critiche, la rivista m’è piaciuta proprio perchè: c’è da leggere e finchè saranno trattate storie come quelle di David Fischer o Shai Agassi (che v’invito a leggere) ben venga la lettura. Inoltre l’abbonamento ha un prezzo veramente da prendere al volo.

wired_logo_it

Eliminando il cartaceo e dando uno sguardo alla versione online invece, ecco…qui non è che sia molto soddisfatto a dirla tutta, più che altro sempre per il discorso pubblicità. Nel giorno dell’inaugurazione era un tutt’uno con Sky, manco avesse fatto un patto con il diavolo, e oggi si presenta invece con generosa sponsorizzazione Citroen e, presumo, anche con qualche problema da risolvere dato che a me si presenta cosi:

Wired.it
Wired.it

Due cose si vedono: Citroen e uno spazio bianco che più bianco non si può (e se proprio vogliamo essere pignoli, il diavoletto di mySky è ancora li…latente)

Wired.it - ora Ok
Wired.it - ora Ok

Ok mi tocca ripensare a quanto scritto sul bianco, in quanto finalmente è comparso il pezzettone mancante.

Paolo Colombo
Paolo Colombohttps://www.mytechnology.eu
Classe '81, appassionato di tecnologia e internet. Dal 29 marzo 2007 scrive quotidianamente con passione sul suo blog www.mytechnology.eu | .it articoli inerenti queste due tematiche. Ha una bellissima moglie e due figli adorabili, e passa le nottate scrivendo articoli e giocando online con i membri del clan EraseR che conosce da ben 20 anni.
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3 Commenti

  1. Dopo averla letta ritengo che sia la prima rivista in Italia in grado di dire qualcosa…non è perfetta ma almeno è una sferzata di novità e cerca di spiegare ciò che forse noi sappiamo ad un pubblico + vasto.

  2. Condivido, alla fine siamo al primo numero quindi di modifiche probabilmente ne verranno apportate, però rispetto a molte altre riviste a mio avviso è sicuramente differente e sa distinguersi.

  3. Riguardo la Montalcini ho avuto la tua stessa sensazione. Ma son sicuro che sia stato un accostamento voluto e studiato che ha provocato la reazione che gli autori si erano prefissati. Credo che saprà ritagliarsi una buona fetta di mercato, anche perche non vedo molte altre alternative valide in formato cartaceo…. Certo sul web è 1 altra cosa.

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