True Detective: aspettando la seconda stagione mi son visto la prima e…

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Una di quelle serie che le metti nella tua lista di “cose da vedere” ma poi per un motivo o per l’altro non se ne trova mai il tempo: poi il tempo lo trovi e ti dai dello stupido per non averlo trovato prima. Così si potrebbe riassumere la mia prima impressione nel vedere le puntate iniziali di True Detective, una serie TV di 8 puntate andate in onda in Italia verso la fine del 2014.

Avviso spoiler: questo articolo è pensato allo scopo di condividere opinioni dopo averla vista, quindi nel proseguo dell’articolo potresti trovare alcune rivelazioni più o meno importanti.

La prima stagione di True Detective è ambientata in Louisiana e racconta le vicende di due detective avvenute tra il 1995 ed il 2012, anni in cui i due sono stati impegnati nelle indagini di un particolare caso di persone scomparse correlate con qualcosa che sembra a che fare con riti satanici.

Non è però mia intenzione parlare di cosa accade ma di come viene raccontata ed interpretata la serie TV. Gli attori principali sono Matthew McConaughey nella parte di Rustin “Rust” Cohle e Woody Harrelson il quale interpreta Martin Hart. Solo da qui già si capisce che la volontà di scomodare due attori del genere significa voler fare qualcosa di diverso dal solito, sopra le righe, ed in questo Matthew McConaughey in particolare si dimostra un ottimo alleato facendo quella che secondo me è la sua miglior performance di sempre: la sua capacità di trasformismo e di adattamento alle mille sfaccettature psicologiche che il suo personaggio dimostra di avere è impressionante ed inoltre è ben supportato da un Woody Harrelson al quale, diciamocelo, spetta l’arduo compito di avere a che fare nei suoi rapporti extra-coniugali con Alexandra Daddario prima e Lili Simmons dopo.

Le musiche, le inquadrature e i piani sequenza sono molto studiate ed enfatizzano la visione incollando lo spettatore alla sua poltrona per 1 ora a puntata in quello che in realtà sembra davvero un lungo film della durata di 8 ore.

Una storia avvincente, ma con un finale depotenziato

La storia procede spedita per 8 episodi, in un’incalzante caccia all’uomo che sul finale però viene a mio avviso depotenziata, e qui cerco di spiegarmi meglio: Rust costruisce la sua indagine andando a delineare intrecci di intrighi familiari e di potere; dietro le scomparse e gli omicidi sembra celarsi un nemico tanto spietato quanto potente, ma alla fine il tutto si identifica in un povero obeso che vive nel degrado assoluto la cui unica colpa sembra essere quella di aver avuto una famiglia altrettanto allo sbando.

I due detective hanno la consapevolezza di “averne preso solo uno”, ma qui la storia si chiude e poco importa se un reverendo membro di una famiglia prestigiosa è morto suicida per paura di ritorsioni. Inoltre l’omicida, uno che per anni è vissuto lontano da ogni sospetto, sembra desideroso di rivelarsi.

La scena finale alla “villa” va inoltre rivista a mio avviso due volte per notare molti particolari ambientali che la regia ha inserito al fine di rivelare la natura macabra dei due inquilini della casa e di Carcosa, e avrei risparmiato la visione cosmica di Rust una volta giunto nella camera del Re giallo. Lo stesso Re giallo che è il fulcro dell’indagine non si capisce bene se vada inteso con una persona reale, o più come un’entità astratta: sono propenso per la seconda ma dal momento che non tutti i colpevoli sono stati presi chi me lo garantisce?

Quello che invece mi è piaciuto molto, è il discorso conclusivo tra Rust e Marty con l’inversione d’interpretazione tra oscurità e luce vista come la lotta tra il bene e il male.

Concludendo quindi, se hai True Detective nella lista del “cose da vedere” dovi sicuramente metterla invece in quella del “cose da vedere il prima possibile” anche in virtù del fatto che a giugno incomincerà la seconda stagione con una storia totalmente nuova e interpreti diversi ma non meno prestigiosi.

Personalmente non sono un amante del genere poliziesco, e sebbene la serie tv sfoci a tratti anche nei generi thriller/horror risulta comunque difficile non farsela piacere.

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